veduta su sirolo

Conero infinito

Le Marche, sulla cartina sembrano una piccola regione, dove non ci sia molto da fare o visitare, poco conosciuta, sembra vivere all’ombra della riviera romagnola per quanto riguarda il turismo balneare. Ma basta perdersi tra le sue dolci colline, fermarsi nei suoi paesini, “scendere” nelle sue spiagge tra acque cristalline, per ricredersi e scoprire quanto ha da offrire questo territorio. Noi ci posizioniamo nella parte sud del Parco del Conero, dove la costa offre numerose opportunità tra campeggi e aree attrezzate. Da qui grazie allo scooter siamo in grado di esplorare il parco, che si estende attorno al Monte Conero, a picco sul mare. A causa di questa conformazione, spesso le spiagge vanno conquistate, e occorre “scendere”, attraverso sentieri immersi in splendidi scenari, fino ad arrivare a luoghi incantati che vi ripagheranno della fatica fatta. Noi cominciamo la nostra esplorazione girellando intorno al Monte Conero, sconfinando fino alla cittadella di Osimo, che ci accoglie come addormentata nella sua quiete del centro storico. Il nostro obbiettivo è visitare la parte sotterranea della cittadina, un labirinto di cunicoli scavati nell’arenaria, che si estendono per chilometri. Questo sviluppo è stato favorito dalla facilità con cui si scavava nell’arenaria, una specie di sabbia compatta. Nell’oscurità si vaga tra storia e leggende. Quasi tutti i principali palazzi hanno un accesso alle grotte, comprese alcune abitazioni private, un dedalo di misteri religiosi, esoterici e anche pagani. Ad oggi ancora si studia sulla nascita di questa Osimo sotterranea, ricca di simboli a cui non è stato dato un significato, e questo alimenta la magia di questo luogo, che di certo è stato frequentato dai Cavalieri di Malta e dai Templari. Tra le leggende religiose spuntano certezze pagane, molte nicchie venivano utilizzate come cantine, uso confermato dalle botti ancora presenti. Insieme al biglietto per le grotte di Osimo vi è la possibilità di estendere l’ingresso anche alle grotte di Camerano, un piccolo e caratteristico borgo poco distante. Noi prenotiamo per l’indomani mattina (la prenotazione è obbligatoria).  Un detto popolare dice: “di Camerano ce n’è più sotto che sopra”. La sola vista della Grotta Ricotti vale la visita: ha l’aspetto di una chiesa sotterranea. grotte di cameranoAnche qui, durante il percorso, ci illustrano storie di massoneria e carboneria, un viaggio narrato tra la storia da non perdere. Un complimento va fatto alle ragazze del locale Ufficio del turismo, preparate a rispondere ad ogni domanda durante la visita guidata, ed in grado di sfornare suggerimenti per proseguire la visita del borgo, un bel biglietto da visita. Siamo fortunati: con il biglietto delle grotte è compresa una degustazione del famoso Rosso Conero. In questi giorni di fine maggio si svolge cantine aperte e le colline circostanti sono un brulicare di bevitori, più o meno esperti; i più organizzati si spostano da una cantina all’altra a bordo di autobus, per non avere pensieri tra un calice e l’altro. Dopo l’assaggio nella piazza principale ci rimangono tra le mani una coppia di bottiglie di vino e per noi due, amanti del souvenir enogastronomico, era scontato. Da segnalare che a fine estate le vie di Camerano si trasformano in una festa dedicata all’oramai famoso rosso dove, tra balli e mangiate, si degustano le varie tipologie di vino prodotte nella zona. Noi non mancheremo! Per il pranzo ci spostiamo a Sirolo, che sorge su un promontorio a picco sul mare. L’animato centro cittadino offre numerose possibilità di pasto del viaggiatore, ovvero panini con prodotti tipici locali, da consumare passeggiando tra i vicoli. Per finire consiglio un gelato nella grande piazza del paese, una grande terrazza sullo scenario del Conero; se siete fortunati e trovate cielo limpido si scorgono le isole croate di Kornati. Presso l’ufficio del turismo è possibile reperire le mappe dei sentieri che si snodano sul Monte Conero, tutti ben segnalati durante il percorso; occorre però essere equipaggiati con scarpe adatte per godersi in tutta sicurezza scorci unici che i percorsi offrono. Dopo aver goduto delle visioni dall’alto ci rimettiamo in sella alla ricerca dei sentieri che portano alle spiagge e, come scritto prima, dopo la faticata si ha la soddisfazione per gli occhi e la mente. Sulla strada del rientro tocchiamo anche Numana, detta la città delle tartarughe, perché dalla famosa e stupenda Spiaggia delle Due Sorelle, vengono liberate (secondo un calendario visibile on-line) le tartarughe della specie Caretta Caretta, un appuntamento affascinante per grandi e bambini. Ci rimane un ultimo giorno e decidiamo si spingerci fino ad Ancona, città che ho utilizzato sempre come porto di partenza verso mete straniere. Ma, la vista dalla nave di alcuni “particolari” che si allontanavano ci ha incuriosito, e questa volta li andiamo a scoprire da vicino. fontana 13 cannelleAncona è stata fondata dai greci 2400 anni fa, quindi trasuda storia, lo si vede anche arrivando dal mare: l’Arco di Traiano è in bella mostra nel cuore del porto, proseguendo per le mura romane si arriva nel cuore della città antica, che va scoperta a piedi in un susseguirsi di luoghi e monumenti. Avrete capito che le Marche sono un saliscendi ed Ancona non sfugge a questa regola, quindi per finire il giro occorre salire fino alla Cattedrale di San Ciriaco che sembra vegliare sulla città, per poi ridiscendere e risalire attraverso il Parco del Cardeto fino all’antico faro, da qui si ha una splendida vista della città da un lato, e delle scogliere a picco sul mare nell’altro. Nel parco si trova anche uno dei più antichi cimiteri ebraici di tutta Europa. Prima di recarci dall’altro lato della città ci concediamo una sosta in una trattoria nei vicoli, dove è possibile gustare il piatto tipico, Baccalà all’anconetana, innaffiato da Verdicchio di Jesi. Questa pausa ristoratrice vi permetterà di scarpinare ulteriormente fino ad un altro luogo simbolo di Ancona, il Passetto, dove vi si arriva dopo aver percorso Viale della Vittoria, luogo dello “struscio” degli anconetani. Al Passetto si trova anche il grande monumento ai caduti della prima guerra mondiale, costruito con la pietra bianca d’Istria. Dal monumento parte una lunga scalinata che conduce al mare, vi si può accedere anche attraverso un ascensore panoramico, ed in fondo vi troverete ad un altro luogo caratteristico di Ancona, le grotte. Le grotte del Passetto sono oltre cento, e furono scavate dai primi dell’ottocento fino agli anni sessanta, servivano come rimessaggio per le barche dei pescatori. La caratteristica che le rende suggestive è quella di essere colorate, perché costruite con materiale di scarto e recupero, da diversi tipi mattonelle a traversine in legno della ferrovia. Mentre torniamo facciamo una deviazione verso Loreto, una città santuario meta di pellegrinaggio da parte di numerosi fedeli a livello mondiale. Nonostante la coda di autobus riusciamo ad arrivare in cima alla collina dove sorge la Basilica della Santa Casa.loreto La ressa tra i pellegrini nei vicoli è notevole, ma riusciamo nell’intento di raggiungere questa basilica-fortezza, costruita per custodire le mura della Santa Casa di Maria di Nazareth, che secondo la tradizione cristiana arrivarono qui attraverso gli angeli con un lungo volo. Al suo interno si trova la statua della Madonna Nera, protettrice degli aviatori, ecco perché troverete un aereo delle Frecce Tricolori “parcheggiato” all’ingresso delle mura nella parte vecchia della città. Scendiamo verso il mare giungendo alla conclusione del nostro “viaggio”, in realtà il camper è stato utilizzato come base e l’unico ad aver macinato chilometri su è giù per le colline è stato l’infaticabile scooter 50, a cui sono legato in maniera particolare in quanto nel 2005 mi ha portato fino a Pechino, ma questa è una altra storia…

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